Definito il concetto di sicurezza, la cui natura, un tempo chiara, è andata modificandosi dopo la caduta del bipolarismo, rendendo i rischi da affrontare "diffusi, imprevedibili e soggettivi" e illustrate le finalità proprie della sicurezza nell'attuale fase storica, si forniscono una serie di ipotesi riguardanti il futuro ruolo dell'Europa nel mondo: un "Europa-potenza", "polo non solo economico ma anche politico-strategico del futuro sistema internazionale", un'"Europa-fortezza", "volta a proteggersi sia dalle instabilità e dalle crisi dell'Est e del Sud, sia dalla concorrenza economica degli Stati Uniti e del Giappone sia dall'esplosione demografica del terzo mondo; un'Europa, infine, "componente del sistema transatlantico".
viene poi esaminato il sistema di sicurezza europeo, sottolineando come esso si basi "su una serie di istituzioni che sono state costituite al tempo della guerra fredda e che stanno faticosamente cercando di adattarsi alla nuova situazione" e non mancando di ricordare oltre alla situazione della Germania definita "il motore dell'integrazione europea" anche quella della Russia, dove alla crisi politica ed economica, si aggiunge "una crisi identitaria".
Interessanti le pagine dedicate allo studio delle varie organizzazioni preposte al mantenimento della sicurezza in Europa (OSCE, NATO, UE, UEO) con particolare riguardo ai compiti che esse sono chiamate ad assolvere dopo la fine della guerra fredda, con un esame dei problemi e delle difficoltà derivanti dai nuovi assetti geopolitici.
L'autore dell'articolo ritiene che la presenza statunitense sia "indispensabile anche per l'integrazione europea, o almeno per evitare che essa regredisca provocando la disintegrazione e la balcanizzazione dell'Europa", aggiungendo infine che in modo particolare per il nostro Paese "la NATO rimane l'istituzione chiave della sicurezza".
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